giovedì 30 gennaio 2014

collasso - jared diamond



Quella di Diamond non è fiction. Tutti gli scenari apocalittici sono veri. Dalla rovina dei Maya alla desertificazione di Pasqua, dagli anasazi in America ai vichinghi in Groenlandia: la caduta di molte civiltà ha un solo responsabile, l'uomo. E una sola causa: lo sfruttamento insostenibile del territorio e delle sue risorse. Disboscamento, overfishing, inquinamento, accanimento agricolo su terreni non idonei, incapacità di adattamento a quello che offre l'ambiente circostante.
Sembrano i temi di una rubrica odierna sull'ambiente, ma più d'una volta furono sufficienti a spazzare via dalla faccia della terra civiltà anche avanzate, come gli anasazi che fino al 1800, quando cioè cominciarono a crescere città come Chicago e New York, detenevano il record delle costruzioni più alte sul continente americano. Eppure morirono di fame, di freddo, di malattie, furono ridotti al cannibalismo non più rituale, ma per la sopravvivenza. Intere città si svuotarono, per essere inglobate dalle giungle, dai deserti, dai ghiacci.


Terribili moniti dal passato, testimonianze e nuove scoperte che Jared Diamond analizza, esplora, portandoci da un'avventura dentro un'altra avventura: i metodi scientifici utilizzati dai ricercatori nelle loro investigazioni. Dalla dendrocronologia all'etologia Diamond ci porta- di nuovo - nel più affascinante dei viaggi, degli intrighi: l'indagine scientifica.

Parlano i topi:
Naturalmente, per fare meno fatica e minimizzare il rischio di essere catturati da qualche predatore mentre si trovano fuori dalla tana, i ratti del deserto raccolgono la vegetazione di cui hanno bisogno a pochi metri di distanza dal loro rifugio. Le tane sono occupate da generazioni di ratti per alcuni decenni e poi abbandonate; queste non si degradano, perchè l'urina cristallizzata impedisce al materiale radunato di decomporsi. Identificando i resti delle specie di piante presenti nelle tane, i paleobotanici possono ricostruire la vegetazione che cresceva nella zona al tempo in cui i ratti del deserto stavano costruendo la tana; lo stesso possono fare i paleozoologi per la fauna, a partire dai resti di insetti e di invertebrati. La tana del ratto del deserto è, a tutti gli effetti, il sogno del paleontologo: è come una macchina del tempo che permette di ottenere campioni di vegetazione antica raccolta nel raggio di poche decine di metri e nel corso di pochi decenni, a partire da una data che può essere stabilita col metodo del radiocarbonio.
Qualcuno ha definito Jared Diamond  il 'Comitato Diamond':
"Quando parli con lui non parli con uno scienziato, ma con un comitato scientifico."
leggendolo capisci perché.

Collasso non ci narra solo dei disastri accaduti, ma anche di quelli che potrebbero accadere, come l'Australia e la Cina, sull'orlo dell' insostenibilità, e quelli evitati, come l'Islanda ed il Giappone.

Lo annovererei tra i capolavori assoluti, ma non posso.
Colpa di Diamond.
Negli ultimi capitoli c'è una tale - umiliante per l'autore - slinguazzata alla Chevron - sì, la compagnia petrolifera, che però ha finanziato un sacco di studi di Diamond - che fa cadere le braccia.
Per quanto alla Chevron siano 'attenti' all'ambiente, e molto probabilmente lo siano dal loro punto di vista, si tratta pur sempre di una compagnia petrolifera, che produce plastica, petrolio e riscaldamento globale.

Resta tuttavia un fondamentale, forse l'unico testo di questo genere per la comprensione della precarietà della civiltà umana e sui rischi dello sfruttamento irrazionale dell'ambiente. Una manipolazione iniziata  con l'agricoltura circa 13.000 anni fa e già descritta magistralmente da Jared Diamond in Armi acciao e malattie

Un testo che dovrebbe essere nel bagaglio mentale di ogni politico. Perché la nostra sfida come civiltà umana non è tra le culturale  o le religioni, ma se riusciremo continuare ad esistere come specie, su questo magnifico pianeta.



Se ti piace cosa leggo o cosa ne penso, c’è già una piccola probabilità che ti piaccia cosa scrivo.

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